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La ventunesima

7,60 

Domenica Battaglia
Pagine: 184
Mese/Anno: marzo 2010
ISBN: 978-88-95880-48-8
Dimensioni: 14 x 21 cm

Genere: narrativa

Collana: Narrativa
FUORI COMMERCIO

Esaurito

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Descrizione

La Ventunesima è la storia di Antonino, un uomo di Cardeto, paesino dell’entroterra calabrese, che attraverso un viaggio nella memoria ripercorre le fasi della sua vita, intensa quanto sofferta, fatta di scelte, incontri, esperienze del tutto stra-ordinarie, come l’aver combattuto sul fronte libico durante la Seconda Guerra Mondiale.
La coscienza diventa la voce narrante di una testimonianza che in nome della “sfortuna, stupidità, sofferenza e ricordo” denuncia l’efferatezza e la follia della guerra, intesa come evento che porta la Morte dentro la nostra civiltà e la stravolge rendendola sterile e nuda realtà.
Il mito della guerra, con l’esaltazione dell’eroismo, del coraggio, della forza e con il suo fascino distruttivo, incanta e deforma a suo piacimento la coscienza umana, in nome di un ideale, di un valore, di un potere.
Quella di Domenica Battaglia, autrice del libro e figlia del protagonista Antonino nella vita reale, è una parola che scava nell’anima e che, di fronte all’assurdità della guerra, non accetta in modo compassionevole e rassegnato il corso degli eventi. Piuttosto essa è ricerca di senso di una condizione umana che, per quanto possa essere vissuta in prima persona, diventa esperienza comune e condivisa, espiazione e condanna di una filosofia della storia in grado di fagocitare la misura delle cose. La guerra priva l’uomo di ogni certezza, lo rende vulnerabile, si basa su una totalità che comprende e trascende l’individuo, sospendendone la capacità di pensiero e di autocritica.
La sua narrazione è un balenare di immagini e ricordi. Tuttavia, non è semplice autobiografia, ma è espressione di una riflessione esistenziale che si invola su tematiche di alto spessore: quello racchiuso in questo libro è la necessità di dare risposta agli interrogativi di una vita profondamente segnata dall’orrore della guerra, dove ogni uomo-soldato è costretto a subire la fragilità del suo destino.
Il confine militare rappresenta uno spazio in cui da un lato si manifesta la volontà di autoaffermazione di un’identità culturale, per la quale si combatte, dall’altro si incrina la dignità dell’essere uomo. La condizione del soldato che vive in trincea è quella di un uomo “al margine”, sottratto alla vista della società e costretto a contrastare il nemico, cioè qualcuno che non vede e per il quale è a sua volta invisibile. Ed è proprio questo stato di alienazione, di non-senso, di indifferenza che porta alla perdita della percezione della misura, imponendo il fardello dell’angoscia, dell’amarezza, della paura.
Dunque, il ricordo è espediente narrativo e soprattutto strumento di trasformazione interiore attraverso il quale il protagonista si guarda indietro alla ricerca di un senso che possa dischiudere una Verità illuminante.
La Ventunesima, creatura eterea dai confini indefiniti ma incredibilmente chiari, si materializza nella mente di Antonino e si fa interprete di uno spazio mentale dove le ombre del passato sembrano rivendicare la soluzione di un enigma, quello della vita e della sua sorte: delle ventuno sacche da riempire, la Ventunesima simboleggia la più importante, quella che racchiude le precedenti dandole un ordine e scoprendone un senso.

Valeria Di Felice

La ventunesima