“La tesi di Natale Zappalà nasce dal tentativo di realizzare una storia economica dello Stretto nell’epoca tardo-arcaica e classica, incrociando i dati provenienti dalle fonti storiche e epigrafiche, dalle ricerche archeologiche e dalla numismatica.
Il principio scientifico che ha motivato il lavoro, che ritengo sia stato provato dal candidato nella presente tesi, è che le emissioni monetali delle zecche di Zankle/Messana e Rhegion siano sempre state dettate da motivazioni storiche. In questo senso, il mutamento di tipologia di una polis, il richiamarsi ad un mito piuttosto che ad un altro, la venerazione per determinati eroi epicorici o di fonti e ninfe locali, non può essere considerato frutto del caso o, peggio, del capriccio di artisti incisori. Al contrario, si tratta di eventi storici, che, in quanto tali, vanno analizzati; di più: sono messaggi proiettati verso di noi da millenni di distanza, che aspettano ancora di essere decodificati. Le coniazioni, nell’epoca in esame, perciò, lungi dall’essere routine per le poleis, si presentano quale risposta a sollecitazioni della sfera militare, piuttosto che di quella economica, o soddisfano necessità della vita democratica interna. Tali sollecitazioni e necessità possono essere indagate e riconosciute dal punto di vista storico, contribuendo a disegnare con sempre maggiore precisione il quadro degli eventi delle poleis dello Stretto.
Ciò che è emerso dal lavoro del candidato è stata una storia di Zankle/Messana e di Rhegion, che ci sentiamo di definire lucida e scientificamente motivata, e ricca di spunti di ricerca da approfondire ulteriormente. Per potere ottenere questo risultato il candidato ha utilizzato tutte le pubblicazioni note sulle città dello Stretto, aggiornando la sua bibliografia fino al presente. La rilettura di classici, come il Rhegion et Zankle di G. Vallet, alla luce delle nuove ricerche sui confini di Reggio e delle altre recenti acquisizioni, ha consentito una verifica delle ipotesi canoniche, che prendono nuova forma grazie alle scoperte del nostro tempo.
In quest’ottica, riescono molto interessanti persino i punti ancora oscuri della storia dello Stretto, come il sistema di difese confinarie, o la gestione del territorio con la divisione in demi. L’intero IV sec. a.C., con il rimescolamento di etnie ed i grandi cambiamenti imposti dai due Dionisii di Siracusa, si presenta come terreno privilegiato di indagine.
Tra le varie tematiche che hanno suscitato l’interesse del candidato vi è anche la propaganda dinomenide contro il tiranno di Rhegion e Messana Anaxilaos, orchestrata da un grande comico, quale Epicarmo, con interessanti risvolti numismatici sviluppati nella tesi.
Concludendo, il candidato ha mostrato di muoversi con grande disinvoltura sul terreno della storia antica, utilizzando come strumento principale la numismatica, ma inquadrando tali dati all’interno delle fonti storiche ed archeologiche, il tutto con molto buon senso e misura. Il lavoro che egli presenta alla Commissione è frutto di buona capacità organizzativa e di scrittura, con argomenti presentati con chiarezza e, sempre, con giustificazioni bibliografiche. Ciò che non emerge al primo sguardo, e che il Relatore deve sottolineare ai Colleghi della Commissione, è l’impegno mentale, la meditazione sugli argomenti – mi permetterei di dire: quasi vecchio stile – affrontata dal candidato, che è uno dei tanti meriti di questo ottimo lavoro di tesi.”
Con questo giudizio l’orgoglioso relatore della tesi triennale di Natale Zappalà chiudeva il facile lavoro di supervisione di una ricerca che aveva camminato fin dal suo primo momento sulle sue proprie gambe.
Dopo altri due anni, con un nuovo relatore, il prof. Bruno Tripodi, associato di Storia Greca nell’Università degli Studi di Messina, quella tesi triennale veniva ulteriormente limata e “blindata” dal punto di vista storico e storiografico. Nella seduta di laurea magistrale, il pristino relatore, ora correlatore con il ruolo di “avvocato del diavolo”, poteva affermare di non aver trovato mende nel lavoro di ricerca, raccomandandolo alla Commissione di Laurea. Magna cum laude.
Finalmente uscito dalla torre d’avorio dell’Accademia, il testo di Natale Zappalà, grazie ad un illuminato e coraggioso Editore, viene ora alla luce in una Calabria che, per svilupparsi, ha disperatamente bisogno di riappropriarsi delle proprie radici storiche e culturali, della propria Tradizione. Viene pubblicato in un momento storico in cui sembra che tutte le istituzioni abbiano perso la strada maestra, crollate sotto i colpi dei barbari, che giammai hanno cessato di invadere e depredare l’Italia. Alla nostra scuola viene tolta la storia greca e romana, viene privata di Latino e Greco, le vengono sottratte ore per la Storia e la Filosofia. Ma non tutti i docenti hanno issato la bandiera bianca, arrendendosi alle direttive longobarde. Confidiamo che l’ottimo lavoro svolto da Natale Zappalà, come quello dei giovani entusiasti e preparati come lui, sia in grado di fornire un valido sussidio storico a ricercatori, docenti, studenti e semplici appassionati, per illuminare l’epoca antica, nella quale affondano le nostre radici presenti e nella quale il nostro carattere di Reggini è stato forgiato una volta e per sempre.
Permettetemi, infine, di esultare per la messa in opera di un ulteriore tassello del mosaico storico della nostra terra. Reggio produttrice di cultura! Come era fino a non molto tempo fa: come deve essere da oggi in poi.
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