Descrizione
Gelsomina è la figlia di poveri carbonai dell’Aspromonte che si procacciano il pane vivendo sei mesi l’anno in capanne, lungo le pendici del gelido Montaldo, bruciando la legna per trasformarla in carbone da vendere nei paesi della valle.
Gelsomina, al contrario della madre e del padre, è alta, bionda e di bell’aspetto, ma questo non le arrecherà fortuna perché essere bella, ma allo stesso tempo molto povera, è cosa spesso foriera di sventura.
La guerra del 1940 porterà Gelsomina a Genova e lei inizierà la propria vita nei caróggi (i millenari vicoli del centro storico), andando a vivere tra le «vecchie pietre» e condurrà con sé gli unici dolci ricordi della propria durissima infanzia: lo sguardo dolente e pieno d’amore della scura madre e la carezza di quella mano bruna che la donna portava sempre davanti alla bocca per nascondere, nei rarissimi sorrisi, la mancanza dei denti.
L’Autrice, Agata Dovì, che ha conosciuto nella propria adolescenza la vera Gelsomina, segue il racconto della vita della giovane calabrese con pietà e speranza, augurandosi che avvenga presto per lei Un radioso risveglio.
Nella casa dalle antiche pietre, intorno a Gelsomina ruotano personaggi come la buona Zara, gentile e sensibile travestito che la proteggerà per tutta la vita, il maestro Riggio, ascetico, irascibile e inascoltato predicatore di fratellanza e giustizia sociale, il Beppe e la Rina, onesti e gretti commercianti senza un briciolo di fantasia e generosità, il piccolo indiano Rishan, intelligente e innamorato fedele.
L’Autrice non sa come e dove si è evoluta nel suo finire la vita della vera Gelsomina, ma cerca e trova per lei riscatto e redenzione.
Per questo alla fine le donerà un «radioso risveglio» e «il silenzio» che, come «un bianco velo», l’avvolgerà donandole il perdono e la pace che la donna aveva sempre cercato.