Descrizione
Tre storie, apparentemente autonome e in realtà accomunate, si snodano nell’ambito di un matrimonio.
La sposa, un giudice, durante la marcia nuziale scorge un uomo da lei ingiustamente condannato anni prima. La vittima del crimine incontra il carnefice scampato a qualsiasi condanna e processo. Altri due magistrati portano avanti una guerra a colpi di parole.
Rese dei conti, battaglie psico-fisiche, rivelazioni e uno spiazzante omicidio sono specchi multiformi dell’anima dei protagonisti, sono campi in cui i prevedibili ruoli si invertono, togliendo al lettore i punti di riferimento.
In un contesto artificiosamente festoso, nel centro di una città, Genova, configurata come un labirinto quasi verticale, i personaggi fanno una danza macabra e nel ruotare, accompagnati da una musica silenziosa, lasciano confondere il bene e il male.
Dalla Prefazione di Kreszenzia Daniela Gehrer
Genova La Superba con i suoi viottoli, «tra Meridione e Ponente» […], incastonata nell’ampio respiro del suo orizzonte appoggiato al mare assiste a processi paralleli, alla ricerca della nemesi di destini personali che inchiodano e pietrificano, come recita il titolo, dinnanzi all’incredulità.
Fuori dal Palazzo di Giustizia, habitat naturale della maggior parte dei personaggi che orbitano attorno al mondo della magistratura, e fuori dalla ritualità giuridica, cadenza i tempi letterari una celebrazione d’altro rito: le nozze di Letizia. I tempi sacri della messa, il cerimoniale mondano delle foto e i ritmi del pantagruelico pranzo di nozze, regolamentano i processi di giustizia privata dei personaggi a cui assistono come testimoni […] il grottesco bisbigliare degli invitati e le piccole ipocrisie sociali.
Sotto la lente d’ingrandimento dell’Autore-entomologo cade ogni minima e impercettibile espressione esterna e ogni silenzioso spostamento interiore degli attanti. Qualsiasi leggero battito d’ali o fregamento di antenne è registrato e annotato nel taccuino dell’Autore che osserva i suoi personaggi e ne disseziona le vite, gli imbarazzi, le naturali inclinazioni, le quotidiane meschinità, l’impotenza e, a volte, la loro presunta onnipotenza. […]