Descrizione
Questi amori conservati, dipanati e impanati nelle mensilità e nelle vicende dai toni improbabili, attraversano un’America degli anni ’80. Una delle tante Americhe possibili: quella incenerita dal consumismo e dai beach-day, oppure quella dell’avanscoperta di un europeo. Il tessuto narrativo si colloca in questa location, Stati Uniti, dove il protagonista, Rocco, compie il suo lavoro da cuoco e da latin lover. Un ruolo, il suo, che cerca di divincolarsi nei mari agitati delle passioni e delle mansioni. Un fieramente-meridionale in vacanza ma non troppo, dunque, che trita intrecci sentimentali e pesche miracolose, intramezzati ulteriormente da ciliegie sciroppate al brandy e aperitivi. Gli incontri, in questo racconto-avventura, si fanno sempre più sorprendenti e intriganti: nelle battute iniziali, un ristorante greco con annessa danza del ventre (e sue conseguenze); più in là, un banchetto con dei nativi americani e degli indiani italiani. Frattanto, i numerosi trambusti si arricchiscono della presenza di Elena, Jacky e la piccola Consuelo. La Grande Mela, che starebbe bene su una grande torta, leva l’ancora al susseguirsi degli episodi, esposti dall’Autore in maniera del tutto naturale e, al contempo, affascinata. Rocco subisce dai luoghi un fascino disilluso, sempre pronto al peggio, o comunque ad uno stravolgimento di condizione. Appare chiaro come, in tutto il testo, la caducità e gli evento imprevedibili prevalgono sul già detto, già fatto e già stabilito. Alla fine, dopo un’intensa lettura, la sensazione sarà quella di un pasto ricco consumato tra palme e brezze marine, con la certezza di aver assaporato un attimo di America culinaria invasa da un italo-calabrese. Un libro che, dopo la lettura, può essere conservato in frigoriferi domestici con surgelatore. Amori salati, a metà strada tra l’industria alimentare e le cose fatte in casa.
Pietro Puleo