Descrizione
Prima di essere un’opera letteraria, il libro di Antonella Di Meo è una riflessione personale sulla vicenda che questa giovane donna ha vissuto direttamente sulla propria pelle: un anno di lotta contro il cancro, il “mostro che vive dentro di me”, è lei stessa a definire più volte in questi termini la sua malattia.
Scorrendo le righe di questo libro è facile prendere coscienza di come siamo tutti diventati insensibili, nascosti dietro l’effimera illusione che comunque “no, non toccherà mai a me!” e invece Antonella ci fa riflettere proprio su questo aspetto, su come una ragazza bella, intelligente che sembra non dover chiedere niente alla vita possa tutto ad un tratto trovarsi a fare i conti con un “mostro” che si infila inavvertitamente nel suo corpo e che può morire solo se lei accetterà di uccidere insieme a lui anche un po’ di se stessa.
“È incredibile come ti cambi la malattia. Guardo alcune vecchie foto e non mi riconosco. Com’ero bella, e spensierata!
Il cancro è bastardo. Prima di tutto colpisce la tua femminilità. Infierisce colpi molto duri, che piano piano affondano e arrivano a minare la tua identità.
Cosa sono diventata? Non mi sento più una donna, non ho più l’aspetto di una donna, i pensieri di una donna, i desideri di una donna.
Nemmeno i miei movimenti sembrano più essere femminili.
Sono brutta, mi sento orrenda. E vuota.”
Queste sono forse le parole più dure di tutto il libro. A mio avviso sono anche le più efficaci perché quest’opera possa svolgere un ruolo di sensibilizzazione per tutti coloro che non sanno cosa significhi dover fare i conti con una malattia così infima. E quello che c’è di bellissimo in quest’opera è che essa non pretende niente, sgorga dal cuore dell’autrice quasi come uno sfogo, per il semplice bisogno di scrivere, di raccontare la sua vicenda, senza aspettarsi nulla in cambio, senza pensare con questo di cambiare il cuore degli uomini che ignorano la sofferenza degli altri.
Tuttavia all’interno del libro sono rintracciabili molti elementi positivi: la vicinanza e il sostegno dei familiari, degli amici, ma soprattutto le amicizie che si creano dopo la malattia, quelle più toccanti perché provengono da un medesimo percorso doloroso.
La vicenda di Antonella ha un lieto fine e proprio nella lenta risalita, in questa nuova rinascita possiamo rintracciare il desiderio della protagonista di ricominciare, di gettare uno sguardo nuovo su tutto ciò che la circonda, di vedere sotto una luce nuova quello che prima della malattia era ordinario, scontato, prevedibile, e che a ben guardare non lo è affatto, avere la possibilità di apprezzare anche le piccole cose non lo è affatto!
Queste esperienze cambiano la vita radicalmente, per sempre, l’autrice, senza presunzione alcuna, ci insegna tanto con questo libro, e io auguro ad ognuno di voi che vi preparate a leggerlo, di trovare in esso un po’ di quel desiderio di vivere che trasuda da ogni riga, anche in quelle più tristi in cui ci vengono raccontate la disperazione e lo smarrimento, perché le persone che molto amano sono circondate dall’Amore, e Antonella è una di queste.
Domenica Moscato