Descrizione
Sentivo già il formicolio. Per tenere alta la tensione, per manovrare al meglio il nuovo giochetto capitatomi dritto in mano, avrei cercato aiuti qua e là. Non solo alcol o droga, frastornato da echi di sirene voluttuose. Peggio: avrei sollevato i piedi da terra in cerca di aria più rarefatta. Lo sballo della mente che s’infila nel tunnel di una dannata ossessione.
Risolvere l’intrico mi metteva in fibrillazione.
. . .
La natura è una grossa bugia.
In rare occasioni è così. Si arriva a voler credere sia così.
Si riesce a dimenticare tutto quello sforzo meticoloso per imporre una convivenza di cellule, microcosmo, istinti, spontaneità genetica, il pianeta terra che gira al largo dal paparino incandescente pronto a scudisciarla per il suo attardarsi a unirsi a lui in supernova deflagrante…
Alle volte, l’esibizione passa sopra a tutto. Il mettere in scena diviene ciò che di bello esiste, senza rimandi alla persistente, onnipresente, confidente natura.
È arrivato un nuovo membro alla centrale di polizia locale: Giulia, il primo sbirro transessuale che gli abitanti abbiano mai visto. Una rogna, una vera rogna per tutto il corpo delle forze dell’ordine. E soprattutto per l’agente Marvin, prossimo ad essere promosso al grado di tenente, a cui l’agente Giulia Nurgu viene affidato, insieme a un insolito caso di omicidio. Nel frattempo, strani e misteriosi eventi iniziano ad accadere nella piccola cittadina di Riviere…
Con una prosa tagliente e ironica e una brillante costruzione dell’intreccio, Stefano Rizzi trascina il lettore in un’avventura rocambolesca, piena di piste sbagliate, di personaggi ambigui e di soluzioni visionarie.
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