Descrizione
Maria Rosa Catalano Neri è una poetessa del tempo e nel tempo. Lo stesso titolo di questa silloge, Carpe Diem, ci dice tutto dell’opera stessa che è una indagine psicologica, uno scandaglio interiore che avviene tramite il racconto semplice e diretto delle emozioni che lo scorrere, il fuggire del tempo suscitano nell’animo della scrittrice.
L’autrice recupera un passato denso di emozioni, ricco di palpiti, pregno di sensazioni, di riflessioni sull’attimo fuggente, quell’attimo in cui lei, come ciascuno di noi, avrebbe dovuto fare o non fare, dire o non dire la cosa giusta al momento giusto. Si susseguono immagini di stagioni felici spazzate via dal vento, ma soprattutto dal tempo che modifica ogni cosa, che ci costringe a cambiare, ad adattarci a nuove situazioni, a nuovi modi di vivere il mondo. La realtà ha le sue logiche di cambiamento alle quali siamo costretti a sottostare, ci chiede ogni giorno uno sforzo immane nell’accettare le sue assurde logiche, quelle di un mondo dotato di ogni bellezza che spreca il suo prezioso tempo distruggendosi, ferendosi, logorandosi con guerre e ingiustizie. Tutto questo, agli occhi dell’autrice, stride con la bellezza e l’armonia che lei riesce a scorgere nel creato, è un sentimento quasi panico della natura che trasporta il suo animo delicato in una dimensione senza spazio né tempo in cui gli elementi umani, naturali e cosmologici si fondono e si armonizzano. È in questi istanti che lo spirito umano si esprime davvero, si libera del corpo, delle maschere che è costretto ad indossare ogni giorno e riflette su se stesso, sul senso dell’esistenza arrivando a sfiorare il divino. Questa idea del camuffamento ricorre spesso nella silloge, si tratta di un celarsi nel tentativo di sottrarsi all’indagare incessante della realtà su noi stessi, perché è propria dell’autrice, così come di ciascuno di noi, la paura di mostrarci “nudi” agli altri, con le nostre paure, i nostri sogni, la nostra sensibilità. “Indossare” il corpo diviene allora sinonimo di portare una maschera per mostrare al mondo soltanto ciò che vogliamo dichiarare di noi stessi, quello che il mondo vuole vedere di noi. L’anima però vola verso altri lidi, mentre tutto scorre, essa si concentra sul senso vero dell’esistenza disponendosi in ascolto della natura, immergendosi e perdendosi in essa e soffocando tutte le altre futili voci terrene.
La poetessa sa destare nel lettore valori solitamente oggi sopiti e obsoleti; nella realtà in cui si muove ella sa travalicare i limiti dell’esperienza individuale e indagare ben oltre, in un viaggio fantastico attraverso gli immensi silenzi del cosmo per avvicinarsi alla divina luce del tutto di cui lei sa cogliere il senso dell’Eterno, della fratellanza, della pace, dell’amore.
Questa silloge ha dunque diversi livelli di lettura, uno epidermico, che ci raggiunge in modo diretto e ci trasmette l’immediato significato dei componimenti, e uno strato più intimo, dove il livello comunicativo è quello dell’anima nuda della poetessa colta nel suo incessante andare, uno spirito che sa cogliere l’essenza stessa della vita e fermarla sul foglio, che vede al di là della mera osservazione. Per usare le parole stesse dell’autrice, il poeta
[…] sa, ciò che agli altri
sembra di sapere.
Come il cieco Omero
“vede” ciò che agli altri
sembra di vedere.
In quest’opera Maria Rosa Catalano Neri ci offre una buona prova della misura alta dei suoi versi proclamando sentimenti a tutti comprensibili e da tutti condivisibili. In un tempo della materialità in cui solo la poesia può riportarci al senso vero dell’esistenza mi piace lasciarvi alla lettura di questa silloge con le stesse parole che ella usa per descriverla
Passa e riscalda il cuore,
tra strade e boschi,
la rima del poeta
sempre nel tempo,
sempre dal tempo fuori.
Domenica Moscato