Descrizione
Vincitore della seconda edizione del Premio Letterario Internazionale “Gaetano Cingari” 2007 sezione Narrativa Inedita
“Ci sono spigoli e profili di cose che ci hanno fatto da culla, angoli e strade che sono stati per noi padre e madre, odori e dialetti senza i quali saremmo stati diversi. Ci sono stati colori di albe e tramonti che hanno scandito i nostri pensieri. Le scelte di vita sono spesso imposte da noi, dai luoghi, amati od odiati, nei quali siamo vissuti presenti costantemente nei nostri terreni sulle mobili ali del tempo.”
Inizia così il percorso narrativo dell’Autrice Agata Dovì. Un viaggio emozionante che si snoda sullo sfondo di un ambiente quasi surreale che vede intrecciarsi le vite di vari personaggi i quali offrono spunti di riflessione che ci conducono ad assiomatici schemi interpretativi confluenti in un nostalgico richiamo a quei valori tradizionali miseramente soppiantati dal mutare dei tempi.
Tali aspetti si delineano nella lettura del primo racconto del romanzo; la storia di Caterina, ricca ed intelligente ereditiera che sceglie di sposare Rafael, un semplice marinaio realmente innamorato della facoltosa imprenditrice. Nel secondo episodio i contorni espressivi dell’opera assumono tratti più evidenti. Il protagonista, Nanni, nato povero e cresciuto all’ombra della Chiesa che ospitava Jole, la sua povera madre, riesce ad affermarsi nella società e nella vita; diviene, infatti, un famoso scrittore. Il successo, però, non fa dimenticare all’Autore il ricordo delle crude e vere esperienze di vita maturate in passato.
“Non sopportava la stupida allegria dei croceristi e le loro inutili richieste che erano lontanissime dal suo modo di vivere e di pensare.
Gli mancavano i silenzi dei suoi pescatori, le albe ed i tramonti solitari, le immagini bellissime e violente della lotta contro la morte dei grandi pesci che lasciavano sulla tolda del peschereccio, in una grande scia di sangue, la loro vita […]”
“Le diceva: quando andavo con i pescatori e avevo le mani callose e tagliuzzate, la penna scorreva veloce sui fogli di carta. Ora che le mie mani sono lisce e bianche come la carta sulla quale dovrei scrivere, non ho più nulla da dire.”
Il drammatico epilogo del racconto conduce a delle parossistiche riflessioni sull’esistenza e sui falsi miti del denaro.
Denaro che rifiuta Pietro, il siciliano protagonista della terza storia, che preferisce l’onestà di un lavoro duro e faticoso alle scelte di vita facile prospettate dai fratelli:
“Un giorno capirete che avevo ragione io, sono un uomo libero e voglio restare un uomo libero.”
Il significato metaforico della lotta per la propria libertà è evidente; il tumore della mafia, un male da sconfiggere attraverso l’esemplare condotta di una vita generosa, umile ed onesta.
Questi sono anche i temi centrali della quarta storia che si conclude con un finale inaspettato di nobile umanità.
I racconti si intrecciano sullo scenario del Porto Antico; il messaggio denso di profondi ed intensi significati emerge con forza dalla scorrevolezza della penna dell’Autrice che plasma il contenuto dell’Opera di espressivo realismo, catturando l’attenzione del lettore, risucchiato così nel vivo di quelle storie che rifulgono di originale e pregnante creatività artistica.
Domenico Polito