Descrizione
Così come doveva essere è un interessante ritratto di guerra che, nutrendosi dei ricordi dell’Autore, aggiunge un tassello in più alla ricostruzione di un evento che è scolpito nella memoria storica del popolo abruzzese e che contribuisce a mantenere vivo l’interesse per un passato che ha segnato profondamente il volto della sua identità culturale.
L’ambientazione del racconto è realistica: i luoghi non sono frutto dell’immaginazione, ma sono topograficamente riconoscibili nelle cittadine di Pescara, Loreto Aprutino e Villa Celiera durante la seconda guerra mondiale, quando l’Abruzzo conobbe un periodo storico alquanto problematico dovuto alle devastazioni e agli eccidi dell’esercito nazista in ritirata e ai violenti bombardamenti delle forze alleate.
Seguendo le vicende personali della famiglia Alviani, di nobili origini, l’Autore ricostruisce un quadro della vita quotidiana di quegli anni, che, lungi dall’essere sterile e immobile, si tinge dei colori più acri e vividi della guerra. La ricerca stilista della prosa, indirizzata verso un’essenzialità espressiva che non lascia spazio alle perifrasi e agli ornamenti retorici, non si esaurisce nell’ambito letterario, ma nasce dalla profonda esigenza di sottolineare in modo diretto la brutalità e l’amarezza dell’esperienza bellica. Attraverso l’uso di immagini incisive e fortemente icastiche, il lettore diventa un compagno di viaggio dei protagonisti e, con loro, è portato a guardare gli orrori della guerra e a percepire la stessa atmosfera intrisa di incertezza e di tensione.
Siamo di fronte a un vero e proprio documento, una testimonianza che, attraverso le paure, angosce, speranze dei protagonisti – il conte Alviani, sua moglie Teresa e il figlioletto Sergio –, sembra invitare il lettore a riflettere sulla ineluttabilità di una Storia che non si ferma mai, che non torna indietro, che ci travolge con tutto il suo potere di fascinazione e che siamo costretti ad accettare in tutte le sue sfumature.
Valeria Di Felice