Descrizione
Dalla Prefazione a cura di Luciano Aguzzi
[…] cantare l’«assenza» significa collocarsi sul confine estremo, dove l’elaborazione del lutto non è ancora giunta a placare il dolore e forse mai ci riuscirà. Nella gradualità terminologica che sta all’interno del triangolo del lutto – dove noi e il morto siamo due vertici e il tempo è il terzo – il sentimento dell’assenza è assai più forte e prolungato rispetto al dolore improvviso, alla mancanza, all’angoscia e impotenza, che si placano, col tempo, nel rimpianto, nel ricordo e nella memoria, che il lutto compiuto serba nelle forme di sentimenti ormai riconciliati con la normalità della vita, velati di malinconia e di nostalgia e, talvolta, attenuati fin quasi all’indifferenza.
Al di fuori della cerchia degli intimi, poi, non vi è neppure un vero lutto, ma – per quanto vivi possano essere – solo sentimenti di tristezza, di dispiacere, di pietà. Non di odio o di indifferenza, perché qui mi riferisco solo a persone conosciute e verso le quali abbiamo nutrito sentimenti positivi: dall’amore alla stima all’ammirazione. […]
Dalla Postfazione a cura di Nicola Petrolino
[…] Cerco allora di definire un libro che a una lettura superficiale, per gli epicedi che lo compongono, potrebbe sembrare “un libro sulla morte”, ma subito mi rendo conto che questa sarebbe una definizione sommaria, sbrigativa, detta per allontanare il lettore comune dalla poesia di Carla Spinella e per rimanere solo con il segreto del suo libro.
Ma so per certo che questo sarebbe un errore imperdonabile, perché quando la poesia raggiunge un livello di consapevolezza così alto diventa materia che molti altri dovrebbero cercare, ascoltare, capire, perché la vera poesia, come quella contenuta ne Il canto dell’assenza, ha un’azione salvifica, soprattutto quando vivere diventa difficile, quando si fa proprio fatica ad accettare dolori e delusioni, allontanamenti e scomparse che la vita inevitabilmente ci riserva.
E la forza della parola, quella pronunciata da Carla Spinella, in tutta la sua potenza – altre volte in tutta la sua fragilità – riesce a salvare. […]