Descrizione
Breve descrizione dell’opera
L’operare umano in campo economico-produttivo, politico-istituzionale ed economico-sociale, è, un operare per il “Sé”, non per “sé” e quindi, è fare qualcosa per gli altri, all’insegna della equazione etica: IO = TU. Allora, se c’è un “tu” oltre un “io”, l’obiettivo del mero profitto a tutti i costi, diventa il paravento di una giustificazione evanescente delle gravi mancanze dell’uomo verso se stesso e verso i suoi simili e tutta la natura, continuamente aggredita e devastata dalle azioni socialmente irresponsabili, che le menti rettili del capitalismo schizofrenico di una società nevrotica e materialista, pongono in essere. Paradossalmente, sembra, che si voglia attribuire valori etici al profitto, confermando, una sorta di malafede e/o incoscienza, in cui si scambiano i risultati economici conseguiti dall’impresa, con un sistema valoriale, una filosofia morale, che viceversa, dovrebbe e deve costituire la roccia su cui poggiare l’edificio di un “condominio” umano proteso ed inteso alla gestione e condivisione del bene comune, conferendo in maniera concreta, valenza e validità alle questioni afferenti la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Pertanto, l’opportunità per le organizzazioni produttive, sia esse aziende private, enti pubblici o altro, di elaborare bilanci sociali e/o ambientali, ha la sua matrice nella coscienza dell’uomo, consapevole di dover e voler produrre beni economici e relazionali, al di fuori delle logiche imperanti nella società del materialismo, riportando in una documentazione formale, in maniera veritiera e trasparente, la sostanza delle scelte politiche, gli interventi effettuati o da effettuare, nonché, l’impatto e le conseguenze di questi ultimi nel contesto in cui si opera. E’ vero, che qual- ora, strumenti come il bilancio sociale o ambientale, fossero slegati dalla programmazione aziendale, si cadrebbe in un errore grossolano, ma, l’analisi non può e non deve restringersi al tecnicismo d’impresa, che, pur necessario, diventa insufficiente senza una impostazione “metafisica” dei flussi energetici che si intendono creare e canalizzare all’interno ed all’esterno dei processi operativi. La natura (risorse ecologiche) e la storia (demografia) hanno presentato il conto, mettendo in discussione il fatto che il benessere è solo ed esclusivamente distillato dalla produzione mercantile di quell’ universo imprenditoriale egotico che spinge l’acceleratore sulla “sabbia” del breve termine, in un vortice machiavellico ove il fine del profitto giustifica i mezzi utilizzati, che inquinano la natura e le menti umane, deboli ed indebolite da una effimera e virtuale felicità, uscendo dal paese dei balocchi, come somari esposti alla mercè di un mondo allucinato ed allucinante. Quando gli alberi non produrranno più i frutti, quando le mucche non produrranno più il latte, quando i mari non avranno più i pesci, quando le api non produrranno più il miele, allora forse l’uomo capirà che il denaro non si mangia.
Demetrio Quattrone
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