Descrizione
L’opera si apre con uno scorcio dettagliato della casa d’origine di Angela, protagonista del romanzo Il verme della mela di Achille Concerto.
Già dalle prime parole si delinea una realtà di provincia al limite, di campagna semplice ma dignitosa. Dalla voce della giovane scaturisce il racconto di un’esistenza fatta di oppressione, predestinazione, e dal futuro già segnato dal matrimonio e rituali sociali cui non ci si può opporre. Angela però si discosta da tutto ciò, cresce con l’irresistibile desiderio di libertà e di autoaffermazione, di un’autonomia da sempre covata, sottaciuta e censurata e, forte dell’impulso di affermare il proprio io, si scontra con i dettami morali della sua originaria comunità.
Prima bambina ingenua, vittima di credenze popolari, poi donna ribelle e caparbia, che si spinge aldilà dell’accettabile, pronta ad avventurarsi in una nuova città e a riscattarsi socialmente.
L’opera ha l’anima sociologica e antropologica, ma si tinge di noir e di giallo di cui il lettore ne subisce il fascino.
L’Autore è inoltre dotato di un’ottima penna descrittiva ed ogni piccolo dettaglio è percepito dal lettore anche visivamente: puntuale è la rappresentazione naturalistica e paesaggistica del luogo, minuzioso l’excursus storico del paese natio dal Cinquecento ad oggi e delle regole che vigevano “Legge dell’onore e del coltello prima, dello schioppo dopo, dei briganti buoni, dei delinquenti feroci.”
Il titolo può, altresì, fungere da metafora universale ed esistenziale: il verme è la società corrotta nonché scorcio attuale di una realtà in delirio e alla deriva.
Fin da quando viene alla luce, Angela si rapporterà con questo mondo chiuso di “cafoni” del sud, edulcorato dalla contemporaneità, che simbolicamente assurge a tutti i sud del mondo, ma caratterizzato dalla sola realtà ben definita ed articolata: la famiglia.
E su questo sfondo si stagliano credenze ed elementi magici intrisi di superstizioni.
La sua infanzia è strettamente connessa all’ambiente maschilista, in cui il concetto di parità è totalmente inesistente. Un tale stereotipo non le appartiene, emerge la sua “diversità” condivisa e incentivata dalla nonna, l’unica in grado di comprendere la sensibilità e l’intelligenza viva della giovane.
La strada per l’indipendenza passa attraverso la città, a sua volta percossa dalle rivoluzioni ideologiche e sessuali delle quali la stessa Angela sarà investita. Ideologie che avrebbero dovuto spodestare i vecchi baroni, ma ai quali più tardi si sostituiranno.
L’Autore traccia un accurato spaccato del mondo universitario e lavorativo molto attuale, studia i meccanismi contorti, truffaldini e ingannevoli del carrierismo più sfrontato e l’utilizzo del sesso come merce di scambio e di bieco guadagno.
Angela si differenzia anche in questo, è disincantata e la liberazione è ottenuta a caro prezzo.
L’Autore ci palesa il bivio esistenziale di fronte cui i componenti della stessa famiglia si troveranno: Angela percorrerà la strada della legalità, i fratelli del crimine.
Achille Concerto tocca le giuste corde del lettore, poiché fa scattare la consequenziale riflessione sul libero arbitrio di cui gode ogni singolo uomo, capace di delineare il proprio cammino.
Infine l’opera può essere considerata un incentivo alla conoscenza come sinonimo di libertà e affermazione di se stessi, come lotta estenuante di chi rivendica il proprio posto nel mondo, cercando di mantenere dove è possibile il proprio status quo.
Francesca Rappoccio