Descrizione
Tutta la poesia di Giacomo Barbalace è intrisa di un senso di mistero, di trascendente che ci cattura e ci trascina tra le sue strofe senza lasciarci possibilità di scampo.
Questo sentimento di scoperta continua e profonda del modo di sentire il mondo proprio del poeta, accompagna il lettore per tutta la silloge che è al suo interno divisa in quattro sezioni argomentativamente e semanticamente differenti.
La prima sezione, Poesie d’Amore, si apre con un riferimento alla divinità creatrice, a Dio, all’Amore allo stato puro. Barbalace si manifesta qui quasi come fosse un poeta d’altri tempi, uno stilnovista che nelle sue liriche canta la donna amata angelicandola, sublimandola, mostrandocela attraverso i suoi occhi, così che possiamo, come l’autore stesso, riconoscerne la voce, l’odore, percepirla come il suo cuore la percepisce.
La dolcezza delle descrizioni e la delicatezza dei versi sembrano quasi derivare da un’influenza dei poeti orientali più recenti mescolata ad echi di poesia biblica.
Nelle Patriottiche emerge tutta l’ammirazione del poeta per la sua patria, l’Italia, e ancor più per la sua terra, la Calabria, per la sua cultura, per la sua storia: dall’VIII secolo a.C. ad oggi, dalla colonizzazione greca essa mantiene intatta nel suo intimo più profondo la sua identità; benché la sorte le sia stata spesso avversa essa si è battuta e si batte continuamente con ardore, levando alto il vessillo di una civiltà che non tramonterà mai.
La tradizione calabrese emerge ancora prepotentemente nelle Preghiere. La bravura di questo poeta è evidente nel modo in cui egli riesce a mescolare insieme senza farle stonare divinità cristiane e figure classiche, in un miscuglio di fede, tradizione popolare e classicità.
Sicuramente la parte più intima del poeta affiora nelle Riflessioni, in esse siamo resi partecipi della sua conversione, della scoperta di Dio e della sua legge, unica certezza cui aggrapparsi in un mondo popolato da uomini che con le loro debolezze sono inevitabilmente destinati a deludere. Anche qui ritroveremo spesso delle similitudini tra il Dio cristiano e le divinità greche, perché Barbalace è un poeta della Mediterraneità, dello scambio continuo nelle diversità, della capacità di farle convivere armoniosamente nei suoi componimenti.
I versi limpidi ed essenziali di questo poeta arrivano dritti al cuore. Lasciamoci tutti trascinare da queste strofe, il “sentire” antico che si manifesta in esse saprà trascinarci lontano, in altri luoghi, in un altro tempo, quello della poesia.
Domenica Moscato