Descrizione
Attraverso gli occhi e la penna dell’io-narrante Bruno Laganà ci racconta le vicende di Rosa, una forte ed energica donna polacca che il bisogno di lavoro ha spinto in Italia. La speranza di migliorare le condizioni economiche sue e della sua famiglia la inducono a intessere una fitta rete di rapporti lavorativi come badante e domestica. Gli impegni assunti a volte si accavallano, si rincorrono in ritmi frenetici e faticosi, ma la forza che motiva Rosa è più grande della stanchezza. Rosa affronta con il sorriso sulle labbra ogni fatica nella speranza di un futuro migliore per lei e per i suoi due figli adolescenti. Il marito, taciturno e scontroso, spesso si abbandona all’alcool lasciandola sola negli sforzi di ricomporre una famiglia divisa tra l’Italia e la Polonia, dove i figli sono costretti a rimanere.
Le vicende si complicano attraverso i ricordi frammentari dell’io-narrante che si accavallano in una calda ricchezza di episodi e di particolari. Su tutto si erge l’intenso affetto di Rosa per la figlia disabile del narratore, “nostra figlia” come la chiama dolcemente Rosa accudendola giorno e notte, vegliando attenta affinché il sonno della ragazza non venga interrotto da una delle frequenti crisi che l’attanagliano.
Mentre le preoccupazioni economiche non le lasciano mai tregua, ecco che un nuovo, terribile fatto stravolge la vita, già così difficile, della protagonista: un brutto male le viene diagnosticato. Il tumore non riuscirà ad avere la meglio, Rosa combatterà con tutte le sue forze, con la sua ironica simpatia, il suo sorriso radioso, la sua fede intatta, nonostante tutto. Ma una Rosa recisa non può che appassire, perdendo lentamente i suoi colori brillanti e il suo intenso profumo.
Molti i rimandi a dimensioni temporali e spaziali diverse, che conducono il lettore ad una graduale ricostruzione delle vicende, il cui racconto inizia quando gli eventi si sono ormai conclusi. Grazie ai continui salti cronologici nel vissuto dei protagonisti, nei frammenti di una realtà spazio-temporale diversa, precedente, lontana il lettore è reso partecipe della vita di Rosa, dei suoi figli, del marito, e impara ad amarli prima ancora che a comprenderne fino in fondo le azioni.
Con una scrittura aulica, caleidoscopica, ricca di immagini ed espressioni complesse Bruno Laganà descrive un orizzonte di affetti e sofferenze complessi, ma allo stesso tempo vicini al vissuto di ciascuno di noi. Chi non ha mai riflettuto sulla forza celata dietro i gesti pietosi delle tante donne dell’est-europeo, che si dedicano interamente ad accudire i nostri genitori e familiari ammalati? La vicenda di Rosa è quella di molte donne, non solo immigrate, che sacrificano tutte se stesse alla famiglia, agli affetti sin nelle più estreme sofferenze.
Attraverso il racconto di una storia commuovente e triste, Bruno Laganà si addentra in due complessi aspetti della realtà femminile, quello legato all’immigrazione, alla forza e dignità delle donne costrette ad allontanarsi dalla loro patria per sopperire ai bisogni economici familiari, e quello degli oscuri abissi della malattia, della decisa, ma vana, lotta per sconfiggerla, fatta di cure sempre più invasive sino alla disarmata resa finale.
Le riflessioni dell’io-narrante sono preziosi cammei che gettano una luce folgorante sull’animo umano, costringendo il lettore a profonde riflessioni etiche, sociali e umane.
Annunziata Rositani