Descrizione
L’Autore ne “Il sentiero tra due isole” compie un viaggio nel tempo, attraversa i viali dei ricordi, di un passato però non molto lontano.
Scenario del racconto è il paesaggio toscano con i suoi caldi e densi colori; inizialmente rassicurante, in un secondo tempo partecipativa e avvolgente.
L’Autore narra l’incontro di due vite totalmente diverse che si attraggono, si seducono e si riconoscono; di un uomo che si trova di fronte ad un bivio, a “due isole”, costretto a scegliere un solo “sentiero”.
Il protagonista, dall’elevata statura morale, è un personaggio combattuto; in conflitto tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere ed i sentimenti che sarebbe “corretto” provare, vivere. Alterna la passione da adolescente al raziocinio da adulto: da tale dicotomia nasce il senso di ribellione emotiva dallo status sociale medioborghese.
Mariel è una donna irrisolta, priva di un’educazione emozionale, sentimentale, e per ciò “mai sazia d’amore” che appare forte e sicura di sé. In realtà cela dolori volutamente taciuti e messi in rilevo tramite flashback e monologhi interiori, nei quali riversa le sofferenze del non esser mai stata amata e voluta.
Morte e Vita s’intrecciano ed emergono incarnate da scelte subite e mai accettate come l’aborto ed il cancro. Mariel è dunque un “Amore Negato”. Eppure nella donna è più forte la voglia di vivere.
Marco Rodi raggiunge momenti di lirismo poetico quando sceglie di valorizzare la parola nel suo significato, epurata da fronzoli, in maniera quasi ermetica. Tuttavia non mancano codici plurilinguistici, neologismi e numerose figure retoriche che rendono vivace e variegato l’intreccio narrativo.
La verve ironico-comica dell’Autore sicuramente alleggerisce e smorza i toni drammatici del racconto. Egli ha tentato di rendere il tutto fresco, fruibile, goliardico, alle volte paradossale, creando anche personaggi-caricature per esorcizzare il senso della morte con una passione netta e sincera per la vita.
Marco Rodi conclude questo viaggio con il riproporre la medesima scena iniziale. Ma mutato è lo stato d’animo dei protagonisti che, dopo il processo di ridiscussione del sé, giungono alla piena accettazione, e non più al rimpianto, delle scelte compiute.
Francesca Rappoccio